Nella letteratura

La penombra da una poltrona


"Entro stanco in casa.
il mio maggiordomo è il silenzio. il cielo
è già buio, e nelle chiavi suonano
minime scapanate notturne,
il tempo dell’oblio su una poltrona.
la solitudine, mia sorella blu, la mia amante
mi lascia un bacio d’ombra sulla mano,
un sussurro di neve. il mondo tace
nel bicchiere di latte trapassato
sull’orlo di una vita che non esiste.
non resta nella mia giornata traccia che mi somigli,
un residuo di me che regga un giorno,
che mi faccia diverso dai tristi
labirinti dove mi affretto.

torno già sordo a casa,
torno ormai sfogliato,
anche così, lenta, persistente,
l’anima accende in me candele dolenti
per dirti ancora una volta il peso,
oscuro dio, la voce della tua cecità
chiedendo passo a tentoni nella mia carne,
reclamando parole che vorrei non darti,
e malgrado ciò lascio scritte,
senza inchiostro né speranza
sui fiumi violacei del sogno."




Poesia di Eloy José Santos, nato a Salamanca nel 1963,  laureato in Filologia italiana.

 

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